La comunicazione non verbale: come renderla efficace in Azienda
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La comunicazione non verbale: come renderla efficace in Azienda

Anche se tendiamo a non farci caso, la comunicazione non verbale è una componente rilevante nelle interazioni fra le persone, soprattutto sul luogo di lavoro, in quanto può esprimere molto più di quanto pensiamo, persino se decidiamo di rimanere in silenzio.

Postura, gesti, sguardi, espressioni del volto e tono di voce compongono quel linguaggio invisibile che influenza profondamente la qualità delle relazioni professionali. La comunicazione non verbale, infatti, è una competenza spesso sottovalutata, ma determinante per trasmettere sicurezza, empatia e leadership.

Abbiamo già visto, parlando di intelligenza emotiva, quanto sia importante per i manager, i leader e le HR sviluppare la capacità di leggere e interpretare le emozioni proprie e altrui. La comunicazione non verbale è la sua alleata naturale: quando è efficace, può rafforzare la fiducia, ridurre i conflitti e facilitare un clima di collaborazione. 

In questo articolo esploreremo la sua influenza nei rapporti di lavoro, gli errori da evitare e come migliorarla per potenziare la leadership e renderla efficace.

Gli elementi della comunicazione non verbale e il loro impatto sul lavoro

Già negli anni Settanta, lo psicologo statunitense Albert Mehrabian aveva ipotizzato che la comunicazione non verbale e paraverbale rappresentasse oltre il 70% del messaggio che trasmettiamo agli altri, occupando un ruolo molto più rilevante rispetto alle parole che pronunciamo, che si attestano intorno al 7% (Silent Messages, 1971). 

Il che si riferisce ad una vasta gamma di segnali che includono, per esempio, la postura del corpo, i gesti delle mani, le espressioni facciali, il contatto visivo, la prossemica (ovvero la gestione dello spazio personale) e persino il tono di voce. Ogni elemento contribuisce a creare un’impressione complessiva che può rafforzare o contraddire ciò che stiamo dicendo verbalmente.

Sul luogo di lavoro questi aspetti diventano particolarmente rilevanti. Difatti, un leader che mantiene una postura aperta e uno sguardo diretto trasmette sicurezza e disponibilità. Al contrario, braccia incrociate, occhi sfuggenti o un tono di voce incerto possono minare la percezione di autorevolezza e ridurre la capacità di influenzare positivamente il team.

Ma la comunicazione non verbale è determinante in tutte le interazioni quotidiane, che sia un colloquio di lavoro, una presentazione davanti ai colleghi, una negoziazione o un feedback delicato. Saper leggere i segnali degli altri e modulare i propri permette di costruire relazioni più solide e di prevenire incomprensioni che, in contesti organizzativi complessi, possono tradursi in costi in termini di tempo e risorse.

In altre parole, il linguaggio del corpo comunica più di quanto riusciamo a tradurre a parole e talvolta contraddice persino ciò che stiamo esprimendo verbalmente, senza che ce ne accorgiamo.

La comunicazione non verbale nel ruolo del leader

Un manager o un dirigente sa che il proprio impatto non passa solo dalle decisioni prese o dalle parole pronunciate, dal momento che attraverso i gesti, il tono di voce e le espressioni è in grado di consolidare l’autorevolezza e la fiducia del team. Come detto in precedenza, attraverso per esempio una postura eretta, dei gesti controllati, uno sguardo diretto e un tono di voce sicuro, trasmette segnali potenti che esprimono competenza e serenità anche nei momenti di maggiore pressione.

Ecco perché investire in questo tipo di comunicazione consente di migliorare la qualità delle interazioni. Un leader capace di leggere i segnali del team può intercettare preoccupazioni latenti, gestire conflitti prima che esplodano e motivare in modo più mirato. Ciò si traduce in un ambiente di lavoro più sereno, relazioni interne più solide e una maggiore collaborazione tra reparti.

Ma vi sono ulteriori vantaggi in questo senso: la capacità di modulare la comunicazione non verbale aumenta la credibilità e rende i messaggi più persuasivi, elemento chiave quando si tratta di guidare cambiamenti o allineare il gruppo agli obiettivi aziendali.

Inoltre, un leader che lavora su questi aspetti diventa un modello per il proprio team, favorendo una cultura organizzativa basata sull’empatia, l’ascolto e l’efficacia comunicativa. Tuttavia, il rischio di commettere degli errori è dietro l’angolo, proprio perché spesso la comunicazione non verbale si manifesta in modo spontaneo e inconscio.

Gli errori da evitare nella comunicazione non verbale

Come anticipato, anche la comunicazione non verbale ha le sue trappole e persino un manager esperto può incorrere ad errori molto frequenti, spinti dalla difficoltà delle circostanze, tra cui: 

  • Tenere le braccia incrociate o avere una postura chiusa: Sono un segnale di atteggiamento difensivo e ostilità, che portano il team a percepire freddezza o mancanza di apertura al dialogo.
  • Evitare il contatto visivo: Indica insicurezza o disinteresse e può minare la fiducia o far sentire l’interlocutore sminuito.
  • Espressioni facciali incoerenti: Esprimono discordanza tra parole e mimica (come un sorriso forzato durante una critica), generano confusione e mettono in dubbio la sincerità del messaggio.
  • Movimenti nervosi o eccessivi: Rappresentano un chiaro segnale di agitazione e mancanza di controllo, che trasmettono ansia al gruppo, soprattutto in situazioni di stress.

Ecco un paio di esempi pratici: durante una riunione sul budget, il manager ascolta con le braccia serrate e lo sguardo fisso al tavolo. Il team, interpretando la postura come disinteresse o rigidità, evita di esprimere dubbi o nuove idee. O ancora, in un colloquio di feedback, un responsabile guarda continuamente lo schermo del PC mentre ascolta. Il collaboratore percepisce di non essere ascoltato e si chiude in un atteggiamento difensivo.

Nei momenti delicati, come durante un feedback difficile o una riorganizzazione aziendale, un’espressione empatica, un linguaggio del corpo aperto e un uso ponderato delle pause possono aiutare a trasmettere rispetto e disponibilità all’ascolto, favorendo un clima di collaborazione anche nelle situazioni più complesse.

Per lavorare su questi aspetti, il corso di Howay sulla comunicazione assertiva offre strumenti pratici per facilitare le interazioni affinché le persone possano agire insieme per uno scopo comune, attraverso una vera e propria ecologia comunicativa. L’obiettivo è quello di fornire gli strumenti per collaborare con gli altri avendo cura di rispettare l’individualità e i sistemi di relazione.

Come allenare una comunicazione non verbale efficace 

Diventare consapevoli del proprio linguaggio del corpo è solo il primo passo. Per allenare una comunicazione non verbale davvero efficace, serve un percorso che unisca teoria e pratica, sviluppando al contempo le soft skills fondamentali per guidare un team. 

Tecniche come il role playing, le simulazioni di colloqui e il feedback costante aiutano a riconoscere e correggere abitudini controproducenti, migliorando la capacità di trasmettere fiducia e autorevolezza anche nelle situazioni più delicate.

Un manager o un dirigente capace di usare gesti, espressioni e postura in modo intenzionale non solo comunica meglio, ma riesce anche a motivare, ispirare e creare un ambiente di lavoro positivo. È qui che entra in gioco il corso Leader Coach di Howay: un percorso strutturato per sviluppare il potenziale di leadership dentro ad ogni manager e dirigente, attraverso un approccio esperienziale e pragmatico, in un’ottica di team coaching.

Investire nello sviluppo delle soft skills, come quelle che favoriscono una comunicazione efficace all’interno di un team, può aiutare un’azienda a gestire anche le situazioni più difficili che si presentano nella pratica quotidiana. Howay fornisce da sempre supporto per formare leader e HR capaci di unire strategia, empatia e intelligenza emotiva, trasformando la cultura aziendale in un motore di crescita.

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