Come fare un curriculum efficace: gli esperti rispondono
Formazione privata

Come fare un curriculum efficace: gli esperti rispondono

Trovare lavoro può essere un’esperienza estenuante. Si inviano decine, se non centinaia, di curriculum, spesso senza ricevere nemmeno una risposta, né la possibilità di sostenere un colloquio. In questi casi, è facile pensare che il mercato sia saturo e che le opportunità stiano diminuendo sempre di più. Ma siamo sicuri che il problema sia solo esterno? O potrebbe dipendere da come ci presentiamo?

In questo articolo proviamo a rispondere a una delle domande che vengono poste più spesso da chi è in cerca di un’occupazione: come fare un curriculum efficace? 

Per farlo, ci siamo affidati a chi di selezione del personale si occupa ogni giorno: Anna Stoffella, HR Consultant del Career Center di Trento InJob; Alessia Manfredi, Recruiting Specialist del Career Center di Oderzo InJob; e Silvia D'Angelo, People Career Director in MAW.

Con loro abbiamo scoperto qual è la formattazione più adatta, come valorizzare al meglio le esperienze davvero rilevanti per il ruolo che si cerca e, naturalmente, quali sono gli errori da evitare. Se, invece, stai cercando consigli sulla lettera di presentazione, ne abbiamo parlato in un approfondimento dedicato.

Come fare un curriculum: tutto inizia dalla formattazione

Spesso si dà per scontato, ma la formattazione è il primo biglietto da visita di un curriculum. Non è sufficiente riempirlo di esperienze e competenze: se il documento è caotico, disordinato o difficile da leggere, rischia di essere scartato prima ancora che qualcuno gli dia un’occhiata.

Le nostre esperte delle agenzie del lavoro InJob e MAW sono state chiare: ordine, chiarezza e cura dei dettagli sono imprescindibili. Il CV dovrebbe avere un’impaginazione pulita, con sezioni ben distinte, caratteri leggibili e professionali, senza superare le due pagine. Un curriculum troppo lungo o con un font microscopico è controproducente: confonde chi legge e trasmette poca attenzione verso chi lo riceve.

Attenzione anche agli errori grammaticali: un refuso può bastare per compromettere la percezione di professionalità. I dati personali, poi, devono essere sempre aggiornati e ben visibili: nome e cognome, numero di telefono attivo, indirizzo email professionale, città di residenza, ed eventualmente anche il link a LinkedIn o al proprio sito personale, soprattutto se utili per il ruolo.

Infine, un consiglio molto pratico: conviene avere almeno due versioni del proprio CV. Uno in formato Europass, spesso richiesto in aziende più ampie e strutturate, e una versione più personalizzata e moderna, per esempio creata con Canva, a patto che resti leggibile e sobria.

Come fare un Curriculum: la Presentazione e la Foto

Una volta curata la formattazione, l’attenzione del recruiter è catturata dai primi elementi testuali e introduttivi, ovvero foto e presentazione iniziale, che risultano fondamentali per dare un’ottima prima impressione.

Per quanto riguarda la foto, in Italia è ancora ben vista, purché sia adeguata al contesto professionale. Dunque, niente selfie in spiaggia o immagini ritagliate da feste di compleanno: meglio uno sfondo neutro, con abbigliamento curato e uno sguardo diretto e cordiale. Come affermano le esperte, less is more. Se, invece, stai cercando lavoro all’estero, ti invitiamo a prestare attenzione al fatto che in alcuni Paesi, come gli USA, la foto viene considerata discriminatoria e può causare lo scarto automatico del CV.

Passando al testo, le prime 4-5 righe del curriculum sono l’occasione per raccontare chi sei, cosa sai fare, cosa stai cercando e quali sono i tuoi punti di forza. Non è facile condensare tutto in poche frasi, ma vale lo sforzo, in quanto un profilo professionale ben scritto aiuta chi legge a farsi subito un’idea del candidato e invoglia ad approfondire.

Deve essere una sorta di mini-biografia mirata, concreta, essenziale; un piccolo racconto professionale che sintetizza ciò che conta davvero e anticipa i contenuti del CV.

Formazione ed Esperienze, il cuore del Curriculum Vitae

La sezione dedicata alla formazione ed esperienze lavorative è il cuore del curriculum vitae e racconta cosa sai fare davvero. Non si tratta di un mero elenco cronologico di tutto ciò che hai fatto nella vita, bensì un’occasione per mettere in luce ciò che è rilevante per il ruolo a cui aspiri.

Come ricordano le esperte, le esperienze devono essere riportate in ordine cronologico inverso (dalla più recente alla più datata), aggiornate e mirate. “È fondamentale saper far combaciare le competenze richieste con la descrizione delle proprie mansioni” afferma Anna Stoffella. In altre parole, non basta scrivere “ho lavorato come impiegato”, bisogna contestualizzare, precisare ruolo, azienda, settore e aggiungere dei punti chiave su responsabilità o traguardi raggiunti, come suggerisce Alessia Manfredi.

Evita di dilungarti su esperienze irrilevanti o troppo datate; meglio sintetizzare o accorpare incarichi simili, anche se prestati con datori diversi ma con lo stesso ruolo. E se hai avuto esperienze lunghe, mettile in risalto, poiché sono viste come un segnale positivo di affidabilità e continuità.

Stesso discorso per la formazione: indica il titolo di studio, l’istituto, l’anno e includi solo corsi o certificazioni pertinenti per il ruolo, tralasciando ricordi scolastici nostalgici o corsi di ceramica se ti candidi come contabile.

Quando si parla di certificazioni ci si riferisce anche a quelle linguistiche e informatiche, sempre più ricercate nel mercato lavorativo attuale; quando vengono riportate, è importante specificare il livello ed eventuali progetti o strumenti correlati.

Silvia D’Angelo ricorda che il CV non è un documento statico! Ogni candidatura è diversa, quindi il curriculum va adattato come un abito su misura, applicando l’effetto mirroring: riprendi parole chiave usate nell’annuncio di lavoro, mostrando così che parli “la stessa lingua” dell’azienda. È un trucco semplice, ma che può fare la differenza.

Consigli utili ed errori da evitare per un Curriculum Vitae perfetto

Un buon curriculum rappresenta il ritratto sintetico, ma curato della persona che sei oggi. E proprio per questo motivo, bisogna fare attenzione sia ai dettagli, sia a grossi errori che rischiano di farlo cestinare prima di essere letto per intero.

In prima istanza, oggi le aziende cercano non solo competenze tecniche, ma anche soft skills, ovvero quelle abilità trasversali che raccontano come ti relazioni con gli altri, come affronti i problemi e come lavori in team. Se hai seguito dei corsi dedicati, inseriscili specificando le skills acquisite. Discorso analogo per le esperienze fuori dal lavoro, come volontariato, sport praticati con costanza e progetti personali che possono far emergere qualità preziose, purché siano concrete e credibili, non un elenco impersonale di azioni.

A proposito di questo ultimo aspetto, Alessia Manfredi suggerisce di indicare, con leggerezza e sincerità, cosa non fa per te: ad esempio “Ruoli solo d'ufficio? Non fanno per me: mi piace stare sul campo”. Questo tipo di frasi aiuta ad umanizzare il profilo e a indirizzare meglio la candidatura.

Ecco ora gli errori da non commettere:

  • Dimenticare i dati di contatto, una noncuranza che si manifesta più spesso di quanto si creda.
  • Lasciare refusi, errori grammaticali oppure ortografici. Un CV curato vale quanto presentarsi al colloquio con un abbigliamento adeguato.
  • Inserire dati falsi o “gonfiati”. Per esempio, se scrivi che parli inglese ad un certo livello, dovrai saperlo dimostrare anche in presenza.
  • Riportare numerose esperienze fuori dal lavoro. Oltre a risultare poco credibili, darebbero l’immagine di una persona che fa tante cose, ma è inconcludente.

In sostanza, non esiste un curriculum standard e uguale per tutti, in quanto funziona solo se è chiaro e personalizzato per te e per l’azienda in cui desideri entrare.

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