Con i ritmi frenetici a cui siamo costretti al giorno d’oggi, si sente sempre più spesso parlare di stress da lavoro correlato (SLC), una condizione di malessere fisico e psicologico dovuta alla difficoltà di gestire le crescenti richieste sul lavoro, in quanto superano le proprie risorse, in termini di tempo e capacità.
Anche se il pensiero comune è portato a credere che sia una prerogativa dei ruoli dirigenziali, in realtà può interessare qualsiasi lavoratore, dall’operaio oberato di turni sfiancanti, al Project Manager impegnato a gestire numerosi progetti, fino al libero professionista che cerca di portare a termine tutte le commissioni.
Riconoscere i primi segnali di stress e disagio può aiutarti a prendere in mano fin da subito la situazione, evitando che possa degenerare in stati psicofisici ben più gravi, che richiedono una ripresa più lunga e comportano segni indelebili sul proprio approccio al lavoro.
Quanti di noi si sono trovati almeno una volta a dover gestire un carico di lavoro eccessivo, che ci ha portato a condizioni di stress e disagio? Lo stress da lavoro correlato è una condizione psicofisica che si manifesta proprio quando le richieste dell'ambiente lavorativo superano le capacità individuali di farvi fronte, generando un forte senso di tensione.
L’aspetto più tragico è che in Europa è riconosciuto come uno dei principali problemi di salute legati all'attività lavorativa. Difatti, secondo l'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), lo stress, l'ansia e la depressione costituiscono il secondo problema di salute lavoro-correlato più comune per i lavoratori europei. Quasi il 45% di questi riferisce di dover affrontare fattori di rischio in grado di incidere negativamente sulla propria salute mentale.
In Italia, i dati raccolti non sono certo più rincuoranti; alcune ASL del Nord indicano che il 70% dei casi di stress da lavoro correlato riconosciuti culmina in un percorso psichiatrico, evidenziando la gravità del fenomeno.
Come si può notare, dunque, si tratta di un fenomeno che ha un impatto devastante sulle persone coinvolte e non solo, in quanto anche l’economia stessa ne risente; si stima infatti che fino al 60% di tutte le giornate lavorative perse sia riconducibile allo stress, comportando costi elevati per le organizzazioni in termini di produttività ridotta e spese sanitarie.
Conoscere le principali cause scatenanti e i comportamenti preventivi contribuisce a preservare il benessere del lavoratore e dell’intero contesto aziendale.
Lo stress da lavoro correlato può essere generato da molteplici fattori che, presi singolarmente o combinati, mettono sotto pressione il lavoratore fino a compromettere il benessere psicofisico. Questi elementi non dipendono solo dal carico di mansioni, ma anche dall’ambiente di lavoro, dalle relazioni con colleghi e superiori, oltre che dalla percezione di sé all’interno dell’azienda.
In particolare, ecco le principali cause di forte stress da lavoro correlato.
Comprendere questi fattori è fondamentale per attuare politiche aziendali orientate alla prevenzione e al benessere. Solo riconoscendo le vere fonti di stress è possibile creare ambienti di lavoro più sani, produttivi e sostenibili.
Riconoscere tempestivamente lo stress da lavoro correlato è fondamentale per prevenire conseguenze più gravi sulla salute e sulla produttività. Più nel dettaglio, i sintomi si manifestano su diversi livelli:
Da non trascurare i primi campanelli d'allarme, che spesso includono una stanchezza persistente, difficoltà a rilassarsi anche fuori dall'ambiente lavorativo e una crescente demotivazione. È essenziale prestare attenzione a questi segnali per intervenire tempestivamente e adottare strategie di gestione dello stress.
Prevenire lo stress da lavoro correlato non è solo un atto di responsabilità etica, ma una scelta strategica per il benessere e la produttività aziendale. Le Risorse Umane rivestono un ruolo chiave nel creare un ambiente in cui i collaboratori si sentano valorizzati, ascoltati e supportati.
Una delle prime leve da attivare è la comunicazione trasparente, sia verticale che orizzontale. Avere obiettivi chiari, ruoli ben definiti e feedback regolari aiuta i lavoratori a orientarsi nel proprio percorso professionale, riducendo ansia e ambiguità. Accanto a questo, è fondamentale incentivare una leadership empatica, capace di cogliere i primi segnali di disagio e favorire un clima di fiducia e comprensione.
Le politiche di inclusione giocano anch’esse un ruolo centrale: creare un ambiente che rispetti le diversità e riconosca le potenzialità individuali permette ad ogni persona di sentirsi parte integrante dell’azienda, contribuendo a una maggiore soddisfazione professionale. In quest’ottica si inseriscono anche i benefit aziendali, come la flessibilità oraria, la possibilità di lavorare in smart working, servizi di supporto psicologico e programmi di welfare personalizzati.
Un’altra leva fondamentale è rappresentata dalla formazione in azienda. Investire nello sviluppo delle competenze non solo rafforza il senso di efficacia e di crescita professionale, ma riduce anche l’insicurezza legata al cambiamento e all’innovazione. Percorsi formativi personalizzati, come quelli offerti da Howay, sono strumenti preziosi per sostenere il benessere e l’autonomia dei dipendenti.
Non da meno, le attività di team building contribuiscono a rafforzare le relazioni tra colleghi, stimolano il senso di appartenenza e migliorano la collaborazione interna. Fra le altre iniziative efficaci citiamo il work life balance, ovvero la promozione di un sano equilibrio tra la vita privata e quella lavorativa, senza essere costretti ad andare incontro a dolorose rinunce sui propri progetti di vita.
Prevenire lo stress lavoro-correlato significa costruire una cultura organizzativa centrata sulla persona, capace di sostenere il talento e la salute mentale dei propri collaboratori.
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