
Rispetto al passato il concetto di leadership nel mondo del lavoro ha subito una profonda evoluzione, diventando più complesso, profondo e sfaccettato. Se prima il leader era percepito come una persona che impartiva ordini e controllava i risultati raggiunti, ora viene considerata una guida per l’intero team.
Ciò significa che il leader assolve a molti più compiti e ha la delicata responsabilità di mantenere alto il livello di energia del team di lavoro, assicurandosi che ogni membro venga adeguatamente valorizzato, che ci sia una corretta gestione delle risorse e si raggiungano gli obiettivi entro i tempi stabiliti.
Una leadership consapevole oggi, richiede non solo competenze di gestione, capacità e conoscenza approfondita del ruolo, ma anche soft skills imprescindibili, in linea con il contesto odierno, come la capacità di integrare strumenti digitali all’avanguardia (tra cui l’intelligenza artificiale), il concetto di etica ambientale e l’inclusività sociale.
A tal proposito, noi di Howay, in occasione del nuovo catalogo corsi online, abbiamo progettato il pacchetto Next-Gen Responsability, che comprende corsi di leadership consapevole, responsabilità sociale ed etica professionale per guidare team e organizzazioni. Vuoi sapere chi tra i tuoi dipendenti ha una predisposizione personale da leader? Chiedi un’analisi secondo il Thomas International HPTI Assessment (siamo enti certificati), che si basa sulle più recenti teorie sullo studio della personalità.
Nei prossimi paragrafi, invece, vediamo nel dettaglio i percorsi formativi previsti per migliorare e affinare la tua leadership e quella dei tuoi dipendenti.
L’adozione dell’intelligenza artificiale in ambito ESG sta cambiando il modo in cui le aziende affrontano la sostenibilità. Non parliamo di tecnologia “per aggiungere qualche dato al report”, ma di strumenti in grado di trasformare davvero i processi: l’AI può prevedere consumi energetici, ottimizzare rotte logistiche, individuare sprechi nascosti e monitorare le emissioni in tempo reale. Questo corso mostra come queste applicazioni diventino parte operativa della strategia aziendale, senza ricadere nella teoria o in un greenwashing mascherato da innovazione.
Ecco perché i partecipanti al Corso di AI Verde analizzano casi reali di imprese che hanno già introdotto algoritmi di ottimizzazione per ridurre CO₂, abbassare i costi energetici o migliorare la gestione della supply chain. Le simulazioni permettono di vedere come l’AI possa integrarsi nei processi esistenti, supportando decisioni rapide e misurabili. Si lavora anche sui rischi: comprendere dove la digitalizzazione può aumentare il consumo di risorse è parte essenziale del percorso.
Al termine, manager, professionisti e team ESG acquisiscono un toolkit pratico per avviare progetti di “AI verde”, valutare l’impatto delle tecnologie e comprendere quali strumenti siano più adatti alle proprie esigenze. È un corso pensato per chi vuole contribuire alla sostenibilità digitale con risultati concreti e posizionarsi come riferimento credibile nel panorama ESG.
L’economia circolare sta diventando uno strumento potente per le aziende che puntano a modelli innovativi, resilienti e competitivi. Il Corso di Circular Economy strategica accompagna i partecipanti nella comprensione dei principi alla base della transizione dal modello lineare al paradigma rigenerativo, mostrando come la circolarità possa generare valore lungo l’intero ciclo di vita di prodotti e servizi. Non si tratta solo di ridurre l’impatto ambientale, ma di ripensare le logiche di business per aprire nuove opportunità, ottimizzare risorse e migliorare la reputazione nei confronti di clienti e investitori.
Attraverso casi studio dedicati a supply chain, moda e manifattura, il corso illustra come le imprese più lungimiranti stiano ridisegnando processi, materiali e modelli commerciali per puntare su durabilità, riuso e rigenerazione. Vengono analizzate le “R” tradizionali insieme alle nuove logiche di re-design e re-think, ormai indispensabili per essere competitivi in ottica 2030.
I partecipanti sperimentano una simulazione di progettazione circolare, esercitandosi a concepire un prodotto o servizio che minimizzi gli sprechi e mantenga valore nel tempo. Il percorso fornisce strumenti operativi, checklist e indicatori per misurare la circolarità e comunicare risultati solidi, utili anche per bandi, certificazioni e partnership internazionali. È un corso ideale per chi vuole trasformare la sostenibilità in strategia aziendale e non in semplice dichiarazione d’intenti.
Riprogettare il lavoro in chiave “caring” significa riconoscere che la cura non è un dettaglio accessorio, ma una dimensione che plasma cultura, relazioni e risultati. Sempre più persone cercano un contesto che le accompagni, non solo che le impieghi: spazi dove sentirsi ascoltate, sostenute nelle fasi di cambiamento e valorizzate nella quotidianità. Il Corso di Caring Design nasce con l’obiettivo di mostrare come il benessere possa diventare una scelta deliberata di design organizzativo.
Il percorso guida i partecipanti a comprendere come la cura attraversi tre livelli: l’individuo, le relazioni e il sistema aziendale. Si parte dal significato della cura oggi e dal suo ruolo nelle relazioni professionali, per poi guardare alle transizioni di vita che influenzano profondamente il rendimento e la presenza mentale: genitorialità, assistenza a familiari, lutti, rientri dopo periodi complessi, cambi di ruolo o identità professionale.
A questo quadro umano si affianca la responsabilità dell’organizzazione: costruire policy inclusive, pratiche di leadership empatica, percorsi di mentoring e una comunicazione capace di accogliere e orientare. Non teoria astratta, ma un laboratorio dove ogni partecipante traduce gli spunti in azioni concrete.
Il risultato è una mappa personalizzata dei momenti chiave in cui il caring può fare la differenza e un piano di micro-azioni applicabili da subito. Perché una cultura che si prende cura non nasce per caso: si progetta, si testa, si coltiva ogni giorno.
Integrare la neurodiversità in azienda non significa “adattare” qualcuno che si discosta da una presunta norma: significa ampliare il modo in cui l’organizzazione pensa, crea e risolve problemi. Questo corso introduce una prospettiva reale e pragmatica: riconoscere la varietà dei funzionamenti cognitivi come motore di innovazione. ADHD, autismo, dislessia, disprassia e altre condizioni portano con sé modi di ragionare che arricchiscono i team, se l’azienda è capace di accoglierli con intelligenza.
Durante il percorso analizziamo i talenti tipici delle persone neurodivergenti, dal pensiero laterale all’iperfocus, dalla creatività all’attenzione chirurgica ai dettagli, e mostriamo come trasformarli in valore misurabile per progetti, processi e performance. Al medesimo tempo, approfondiamo gli adattamenti pratici che rendono l’ambiente più inclusivo: spazi meno rumorosi, routine più chiare, comunicazioni lineari, aspettative esplicitate e procedure di onboarding pensate per diverse modalità cognitive.
Un altro pilastro del corso riguarda la comunicazione: comprendere come dialogare con colleghi che elaborano le informazioni in modo diverso permette di collaborare con maggiore fluidità e rispetto. Vengono inoltre proposti esempi di selezione inclusiva, strategie per gestire sensibilità sensoriali, strumenti di mentoring e buone pratiche per creare una cultura che celebra le differenze senza infantilizzare nessuno.
Infine, smontiamo i principali stereotipi ancora diffusi sulla neurodiversità, perché innovazione e stigma non possono convivere. Un’azienda che sa valorizzare ogni mente diventa un luogo dove le idee si moltiplicano.
Guidare un team oggi significa molto più che distribuire compiti o supervisionare progetti: significa creare uno spazio in cui ciascuno possa partecipare pienamente, senza essere penalizzato da dinamiche comunicative sbilanciate. In molte organizzazioni, infatti, chi ha più sicurezza o un ruolo dominante finisce per occupare gran parte della conversazione, mentre altre voci, spesso femminili o junior, faticano a trovare lo stesso livello di ascolto. Il Corso di Leadership inclusiva aiuta manager e responsabili a riconoscere queste dinamiche e a ripensare il proprio stile di leadership in chiave più equa.
Il percorso alterna teoria e pratica, con simulazioni che riproducono situazioni tipiche della vita aziendale: dai meeting in cui qualcuno viene interrotto sistematicamente, ai feedback distorti da aspettative di genere, fino ai processi decisionali dove la visibilità non è distribuita in modo uniforme. I partecipanti imparano ad utilizzare strumenti di comunicazione assertiva, ascolto attivo e gestione delle interazioni per dare spazio a ogni contributo, favorendo un clima di fiducia e partecipazione.
Accanto alla crescita manageriale, il corso offre un vantaggio pratico, in quanto contribuisce all’allineamento con i requisiti della certificazione di parità di genere UNI/PdR 125:2022, che considera la comunicazione inclusiva una leva fondamentale per l’equità interna. Il risultato? Team più motivati, decisioni più lucide e una leadership che rende la partecipazione un fatto reale, non un principio astratto.
Le parole che scorrono ogni giorno tra email, riunioni e messaggi interni hanno un potere enorme, spesso sottovalutato. Possono aprire spazi, oppure chiuderli. Possono far sentire qualcuno legittimato a intervenire, oppure fuori posto. Il Corso dedicato ai Bias inconsci ha l’obiettivo di rendere visibile ciò che di solito resta implicito: i bias linguistici che influenzano la cultura aziendale e modellano, nel bene e nel male, le relazioni di lavoro.
Il percorso parte da un presupposto semplice: nessuno è “immune” dai bias. Sono automatismi che si attivano senza intenzione, ma che possono essere corretti con consapevolezza e pratica. Analizziamo esempi reali, dal maschile universale alle etichette svalutanti, dalle microaggressioni inconsapevoli ai messaggi che rafforzano ruoli tradizionali, per mostrare come un linguaggio disattento possa incidere sulla motivazione e sulla percezione di equità.
Attraverso esercitazioni e simulazioni, i partecipanti imparano a riformulare messaggi, email e brief in modo più chiaro, preciso e rispettoso, senza ricadere in rigidità formali o artifici linguistici. L’obiettivo è sviluppare uno stile comunicativo che includa invece di escludere, che valorizzi invece di ridurre.
Anche questo corso contribuisce alla conformità con la certificazione UNI/PdR 125:2022, che richiede attenzione al linguaggio come elemento chiave di equità. Un piccolo cambiamento nelle parole può generare un grande cambiamento nelle relazioni: è da qui che parte una comunicazione davvero inclusiva.
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