Comunicazione assertiva: come facilitare le interazioni
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Comunicazione assertiva: come facilitare le interazioni

Tutti gli studi di psicologia e sociologia concordano su un punto: le relazioni umane sono complesse, tanto quanto i livelli della comunicazione che le sostengono. Non contano solo le parole che pronunciamo, ma anche il modo in cui ci poniamo, ovvero atteggiamento, gesti, tono della voce, perfino la distanza che scegliamo di mantenere con l’interlocutore.

All’interno di questo universo di segnali, la comunicazione assertiva occupa un posto particolare; si tratta della capacità di esprimere in modo chiaro, diretto ed efficace i propri pensieri e bisogni, senza scadere nell’aggressività né nel giudizio verso l’altro. In altre parole, significa saper dire ciò che pensiamo rispettando noi stessi e chi ci ascolta.

Per sua natura, viene spesso collegata al mondo delle Risorse Umane, il reparto aziendale che più di tutti si confronta con i dipendenti per favorire un ambiente di lavoro sano e inclusivo. In realtà, la comunicazione assertiva è una competenza trasversale, utile in qualsiasi contesto, dal dipendente al manager, dal colloquio individuale alla gestione di un team.

Proprio per questo, Howay propone il Corso Comunicazione ecologica e assertiva, pensato per fornire adeguata preparazione a chi desidera comunicare con maggiore chiarezza e rispetto, valorizzando la propria individualità senza mai annullare quella dell’altro.

Cosa si intende per Comunicazione Assertiva

Come abbiamo anticipato, la comunicazione assertiva è lo stile con cui una persona esprime i propri pensieri, bisogni, opinioni e sentimenti in modo chiaro, diretto e rispettoso, senza svalutare l’altra persona né rinunciare ai propri diritti. È un equilibrio tra fermezza e rispetto reciproco

Questo tipo di comunicazione è oggetto di studio da decenni ormai, considerando le sue implicazioni positive, che vedremo meglio in seguito. Uno dei più recenti, condotto in un’università in India e pubblicato su Springer Nature, ha indagato i fattori che favoriscono lo sviluppo dell’assertività tra gli studenti, all’interno di un contesto sociale con valori molto sentiti e fortemente tradizionali. Questo tipo di capacità ha permesso ai giovani di esprimere le proprie idee in modo indipendente, evitando persino situazioni moleste.

Per comprendere meglio la comunicazione assertiva, mettiamola a confronto con quella passiva, caratterizzata dal fatto che la persona non esprime apertamente i propri bisogni e opinioni, per timore dei conflitti, per desiderio di piacere agli altri o per insicurezza. Ciò può portare a sentimenti di frustrazione, risentimento o senso di impotenza, perché i propri bisogni restano inespressi.

La comunicazione aggressiva, invece, è l’altra estremità del continuum e prevede di esprimere i propri bisogni e opinioni in modo invadente, competitivo oppure offensivo, senza attenzione ai sentimenti o ai diritti dell’altro, spesso generando conflitti, paura o chiusura.

La comunicazione assertiva si trova proprio nel mezzo, perché permette di affermarsi senza opprimere, di stabilire limiti senza isolarsi, e di far valere le proprie idee senza diventare aggressivi. È una competenza che può essere appresa e migliorata, e gli studi (in ambito sanitario, educativo, organizzativo) mostrano che programmi formativi specifici aumentano la competenza comunicativa, l’autostima e riducono i conflitti.

Esempi pratici di Comunicazione Assertiva

Ora che abbiamo dato la definizione di comunicazione assertiva, cerchiamo di comprendere come si riconosce all’interno del contesto lavorativo, con un esempio pratico: immaginiamo di chiedere ad un dipendente di occuparsi di un’attività straordinaria, anche se la sua agenda è piena. Come potrebbe rispondere?

  • Comunicazione passiva: “Va bene, ci penso io…” (detto con esitazione, anche se dentro c’è frustrazione). Risultato: il dipendente accumula carico di lavoro e malcontento, senza esprimere i propri limiti.
  • Comunicazione aggressiva: “Non ci penso nemmeno! Non è un mio problema, arrangiati.” Risultato: il messaggio è chiaro, ma il tono ostile danneggia i rapporti e alimenta tensioni.
  • Comunicazione assertiva: “Ti ringrazio per aver pensato a me, ma in questo momento ho già altre scadenze prioritarie. Possiamo valutare insieme se posticipare una delle attività o se affidarla a qualcun altro?” Risultato: la persona afferma i propri limiti senza sminuire l’altro, proponendo una soluzione collaborativa.

Un altro esempio riguarda i feedback:

  • Passivo: evitare di dare feedback per paura di ferire, con il rischio che l’errore si ripeta.
  • Aggressivo: “Hai fatto un lavoro pessimo, non va mai bene niente di quello che fai!
  • Assertivo: “Il progetto è buono nella struttura, ma ci sono alcuni dettagli da rivedere, ad esempio nella parte dei dati. Se vuoi, possiamo rivederli insieme.

In entrambi i casi, l’elemento distintivo della comunicazione assertiva è la combinazione di chiarezza, rispetto e orientamento alla soluzione, che rafforza il clima di fiducia e la collaborazione in team.

I vantaggi nella Comunicazione Assertiva

Come avrai potuto constatare, la comunicazione assertiva offre benefici tangibili nel mondo del lavoro, soprattutto per chi ricopre ruoli di responsabilità o gestisce persone. In primo luogo, permette di ridurre i conflitti interni, in quanto esprimere chiaramente aspettative e limiti, senza aggressività, aiuta a prevenire incomprensioni e tensioni che rallentano i processi.

Per le Risorse Umane, questo approccio facilita la gestione dei colloqui (di selezione, valutazione o rientro da periodi di assenza) creando un dialogo aperto e rispettoso. Inoltre, migliora la mediazione nelle controversie tra colleghi o reparti, perché favorisce un confronto basato sui fatti e non sugli attacchi personali.

Per i manager e dirigenti, l’assertività si traduce in una leadership più efficace. Dare feedback costruttivi, stabilire priorità chiare e affrontare conversazioni difficili con equilibrio consente di mantenere alta la motivazione del team. Un leader assertivo sa valorizzare i punti di forza dei collaboratori e correggere le criticità senza minare l’autostima di chi ha davanti, come abbiamo visto nell’esempio precedente.

In sostanza, questo stile comunicativo contribuisce a creare un clima aziendale positivo, in cui dipendenti e manager si sentono ascoltati e rispettati. Il risultato è una maggiore produttività, un livello più alto di engagement e una riduzione del turnover, perché le persone tendono a rimanere in un contesto in cui il dialogo è chiaro e bilanciato.

Errori da non commettere!

Parlare di comunicazione assertiva non significa che sia facile metterla in pratica. Uno degli errori più frequenti è confonderla con la comunicazione aggressiva, usando un tono rigido e autoritario con l’idea di “farsi rispettare”. Al contrario, un approccio assertivo non impone, ma chiarisce e ascolta. All’estremo opposto c’è chi scivola nella comunicazione passiva, rinunciando ad esprimere i propri bisogni per timore di un conflitto; un atteggiamento che alla lunga genera frustrazione e scarsa credibilità.

Un altro errore comune è limitarsi alle parole, senza considerare elementi come il linguaggio del corpo, il contatto visivo o la coerenza tra ciò che si dice e come lo si dice. Anche la gestione delle emozioni è cruciale, poiché se rabbia o ansia prendono il sopravvento, il messaggio rischia di perdere chiarezza ed efficacia.

Applicare male la comunicazione assertiva può portare a conflitti non risolti, perdita di fiducia da parte del team o, nel caso dei manager, una leadership percepita come incoerente.

Per sviluppare questa competenza in modo corretto servono metodo e pratica. Il Corso di Comunicazione ecologica e assertiva di Howay, linkato all’inizio, offre proprio gli strumenti per riconoscere i propri schemi comunicativi, correggere gli errori e imparare a esprimersi con chiarezza, rispetto e coerenza. Un percorso utile a professionisti, HR e manager che vogliono migliorare le relazioni lavorative e creare un ambiente realmente collaborativo.

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